A LEO, PER NON DIMENTICARE

4° trofeo “Leo Leone”

di Roberto Palladino

Fermare il tempo non si può. Né, tantomeno, cancellare il passato. Anzi, questo s’insinua come un tarlo nel vivere quotidiano, nel pensiero, nell’azione, nel comportamento. È il filo conduttore del nostro agire.  E coinvolge anche chi ci è accanto: la famiglia, gli amici, … i ragazzi.

Bene, allora, ha fatto il comitato molisano del Centro Sportivo Italiano a ricordare e, per chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo, a commemorare Leo Leone.

Figura straordinaria nel panorama sportivo e culturale della nostra regione, approdò a Campobasso negli anni cinquanta con la congregazione marianista ricoprendo il ruolo di istitutore presso la Casa degli Orfani di Guerra, l’attuale sede del conservatorio musicale “Lorenzo Perosi”. E proprio lì, tra quei giovani che della guerra avevano pagato le conseguenze più dirette, e quelli dei quartieri meno abbienti della città, diede vita alla favola della Virtus. Leo aderì, così, senza indugio, alle iniziative del Centro Sportivo Italiano di cui condivideva appieno le finalità educative e, nel tempo, ne divenne uno dei rappresentanti più autorevoli, anche a livello nazionale.

Oggi, a distanza di sei anni dalla sua scomparsa, la presenza è ancora fortemente avvertita ed è nostro compito e dovere rinnovare e trasmettere quelle emozioni che ha saputo suscitare. Bravi, allora, gli operatori del Centro Sportivo Italiano che con entusiasmo e perseveranza hanno organizzato la quarta edizione del trofeo a lui dedicato e bravi i ragazzi della Virtus che con la loro presenza hanno onorato chi gli ha permesso di essere protagonisti di questa splendida favola che ebbe inizio nel lontano 1959.