LODE ALL’EGREGIO DOTTOR PASQUALE DI VICO

Alle otto c’erano tutti, anzi mancava Dino, ma solo nel rispetto di un rituale che lo caratterizza da quando portava i pantaloncini. La voglia di raggiungere quella montagna di cui tanto si era parlato e su cui tante volte, nel corso della sua storia la Virtus aveva piantato quelle tende che hanno ospitato tante generazioni di ragazzi, ne ha sollecitato l’euforia. Più di qualcuno si cimentava per la prima volta con la natura per provare le sensazioni di un giaciglio scomodo, di una doccia gelida, di un fuoco vero, di uno spazio libero da pareti, ma altri avevano già calpestato quei sentieri che, immutabili nel tempo, promettevano di rinnovarne ancora le emozioni.

Questa volta è toccato al dottor Pasquale, laureatosi alla Università del comune di Pizzone, l’onere organizzativo dell’evento. E, senza ombra di dubbio, sia per l’impegno che per il senso di responsabilità, ha meritato la lode. Tutto, infatti, è andato per il meglio e persino le guardie del parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, che avevano cercato un cavillo burocratico per metterlo in difficoltà, hanno dovuto costatare la perfetta regolarità delle autorizzazioni che il nostro dottore aveva loro debitamente presentato.

I due giorni sono volati tra giochi, canti, passeggiate e impegni di vario genere come fare la legna per il bivacco, montare e smontare le tende, ripulire il campo dalle sterpaglie e dalle ortiche, preparare il pasto e lavare le stoviglie. Ma la cosa più interessante è che non si è sentita assolutamente l’esigenza dell’utilizzo di quel cellulare di cui oggi non se ne fa più a meno.

12/08/2020