L’INDIMENTICABILE VIRTUS

di Claudia Gianfagna

Se si chiede a coloro che hanno partecipato all’ultimo campeggio invernale, svoltosi nel secondo fine settimana di febbraio, di descrivere l’esperienza, tutti si trovano concordi nell’attribuirle l’aggettivo “indimenticabile”.

Anche questa volta il gruppo sportivo ha saputo regalare ai suoi componenti l’opportunità di vivere momenti straordinari, che s’imprimono durevolmente nella mente e nell’animo. D’altronde ognuno dona all’altro sempre un po’ di ciò che è.

Difficile non rimanere incantati dal fascino della Virtus che, come una grande famiglia, si compone di parti integranti che concorrono alla sua somma bontà. Ogni atleta, allenatore e organizzatore si propone di realizzare il sogno gialloblù: quello di vivere in una realtà leale e coesa, e proprio attraverso la montagna ed il campeggio, la Virtus si regala la possibilità di trascorrere due giorni in suggestivi paesaggi montani in cui sperimentare il frutto dei suoi insegnamenti.

Sorrisi, divertimento, unione sono parole chiave per immergersi in questo campeggio dell’8 e 9 febbraio, giorni in cui il gruppo sportivo si è incamminato verso l’alta quota. Il desiderio e la promessa di riunirsi in montagna aveva spinto gli organizzatori a fissare al più presto una data per il campeggio, e quando è stata trovata la più congeniale, non si è esitati a partire.

Qualcuno deve aver ascoltato la sincerità dei nostri cuori impazienti di allontanarci, tanto che a 3 giorni dalla partenza, nel mezzo di un inverno insolitamente caldo, la neve ha fatto la sua irruenza. Il rifugio “La Torre”, a Bocca della selva, ci ha ospitati anche quest’anno, offrendo un paesaggio conosciuto ma che è sempre una piacevole riscoperta, con nuove discese da sperimentare con gli slittini e con immensi spazi pianeggianti per i giochi.

La partecipazione è stata molto numerosa: più di 30 persone non hanno voluto mancare, coinvolgendo dai più grandi ai più piccoli, come ha notato Chiara, per alcuni di loro era la prima volta, e ne sono rimasti decisamente entusiasti!

Il piccolo Gabriele descrive questo campeggio <<indimenticabile, pieno di simpatia>> ed infatti, nel primo pomeriggio ci siamo divertiti dapprima con infinite battaglie di palle di neve – per molti è stato proprio questo il momento più divertente – Sofia lo preferisce perché <<eravamo tutti insieme, nessuno escluso>> e Michela perché <<era con la compagnia giusta>>. Calata la sera, con giochi e scherzi nel rispetto del clima carnevalesco che gli adulti avevano organizzato per noi ragazzi, viene dato il via ad infinite risate che non si sarebbero più esaurite.

La mattina seguente ci siamo tutti tuffati nella neve, divertendoci con originalissimi giochi in cui squadre si sfidavano per velocità, precisione e forza (non si dimentichi che siamo atleti!) fino a stancarci. A ricaricare le nostre energie ci aspettava un ottimo pranzo per il quale ognuno ha dato una mano a rendere così gustoso e soprattutto abbondante!

In un’unica, immensa tavolata eravamo tutti riunti, “connessi l’un l’altro”. Una connessione estremamente diversa da quella cui siamo tutti abituati al giorno d’oggi, come ha ben notato Mario: <<Si dice che il mondo odierno è iperconnesso: smartphone, tablet, computer… Io credo che chi ha affermato ciò, non ha mai condiviso una giornata in un posto magico come la montagna, non ha mai condiviso un pranzo, una cena in grande compagnia, non è mai stato attorno ad un tavolo con una chitarra e cantato fino a tardi. Per questo, non ha compreso il vero significato di connessione. Se lo avesse fatto, avrebbe sostituito la parola “internet” con “Virtus”!!>>. Proprio per questi motivi Pasquale ha affermato <<È sempre bello almeno una volta l’anno trascorrere un week end in montagna, per accorgerci di quanto siamo uniti e quanto conta per noi far parte di questa famiglia.>>. Anche Giulia si trova d’accordo, dice di <<essersi sentita a casa, e non è assolutamente una cosa da poco, il potere della Virtus è quello di stupirci campeggio dopo campeggio>>.

La Virtus infatti, da molto tempo ormai, adora la magica montagna proprio perché, come ha notato Letizia << È in alta quota che in nostri legami diventano sempre più forti>>.

Alla fine del pranzo, ormai un altro campeggio è giunto a termine, e non manca a porre il tipico sigillo gialloblù “Il canto dell’addio”, che la società, come da tradizione, intona, riunita in cerchio e formando una catena, per salutarci, ma con la promessa di rincontrarci un dì, un proposito che la Virtus ormai da moltissimi anni si impegna a mantenere.

Il significato dell’essenza indimenticabile dei campeggi gialloblu, come osserva Lorenzo, non può esser definito in modo più completo se non la parola stessa “Virtus” che in sé contiene tutte le qualità che si propone di diffondere.

12/02/2020