CHI HA VISTO LA STELLA COMETA?

Che fine ha fatto Gesù? E Maria e Giuseppe? Li avevamo lasciati in compagnia di un bue e di un asinello troneggiare con la loro povertà nei dintorni di Betlemme. E dove sono andati a finire i re Magi? Ma vuoi vedere che in tutto questo caos planetario abbiano seguito la scia di un drone e non della stella cometa che avrebbe dovuto indirizzarli in quella sperduta parte della Giudea?

Che la ricorrenza della natalità di un Dio fatto uomo, sceso sulla terra per rimettere in ordine ciò che Lui stesso aveva così meticolosamente creato, stesse sempre più mercificandosi per diventare preda dei mercati, è ormai palese, ma che la si strumentalizzasse anche per scopi politici è un po’ troppo. Dove è andata a finire la coerenza di quanti, e sono tanti, che pur non condividendo il messaggio di fede da Lui lasciato, ne festeggiano, ipocritamente, l’evento? In una scuola elementare pubblica italiana, la “Edmondo De Amicis” di Napoli, invece di battersi per abrogare le festività natalizie a cui non si riconosce l’attinente motivazione e rendere, quindi, i giorni interessati lavorativi, si è pensato bene, nella recita di Natale, di sostituire i canti natalizi con “Bella ciao”.

I mercati vincolano la politica che a sua volta condiziona la società che, a seguire, come la catena di S. Antonio, influenza la scuola, la famiglia, il ragazzo. La tanto osannata globalizzazione, voluta sempre e comunque dai mercati, sta cancellando identità e tradizioni. E, seppure offrendo nuovi scenari, sta rendendo gli orizzonti sempre più piatti.

Dove ci si può rifugiare per non smarrirsi? Dove e quali saranno le nostre famiglie, i nostri amici, il nostro focolare? Che fine avrà fatto la nostra cometa? Cerchiamo, pur accettando il naturale corso delle stagioni, di controllarne il flusso. Prepariamoci al domani salvaguardando ciò che è stato, il nostro passato, i nostri affetti, la nostra terra. Trasmettiamo ai nostri figli ciò che abbiamo ereditato dai nostri padri. Forse saranno proprio loro a individuare la stella che noi, come i re magi, abbiamo ormai perduto.

Buon Natale! Ma che sia quello vero. Senza ipocrisia. Senza plastica, luci smaglianti e tavole imbandite. Buon Natale a chi non ha un rifugio, a chi è solo. A chi soffre, a chi ha smarrito la fede o non l’ha mai avuta.

Buon Natale ai ragazzi della Virtus e alle loro famiglie perché possano, attraverso lo sport, non perdere la loro stella cometa.

                                                                                              Roberto Palladino

15/12/2018