TERNO SECCO SULLA RUOTA DI ANCONA

Campionati Italiani Assoluti indoor

di Roberto Palladino

Quattro, cinque, sette: terno secco sulla ruota di Ancona.

E così, come nelle scorse edizioni, la Virtus coglie i frutti di una sagacia che l’hanno resa, nel tempo, la società più prolifica della regione. Piazzare tre pedine su tre tra le prime sette d’Italia non è cosa da poco per un gruppo sportivo che opera in una regione misera di tutto: a partire dagli impianti, e non ci si riferisce a quelli al coperto che sarebbe fantasioso solo immaginare, per finire alle società e di conseguenza agli istruttori e ai ragazzi che preferiscono dedicarsi ad altro che li ipotechi assai meno e li esoneri da responsabilità e impegni.

Trovare le cause di questa atavica situazione è impresa tanto palese quanto ardua. La famiglia, la scuola, i politici, la società insomma, giocano un banale scaricabarile che denota il totale disinteresse o quantomeno l’assoluta incapacità di operare. Ognuno per le proprie competenze, dovrebbe avere la consapevolezza del proprio ruolo e offrire il massimo contributo possibile necessario per ottimizzare l’operato di una comunità di cui i giovani ne costituiscono il fulcro.

Genitori disposti a tutto pur di giustificare le manchevolezze dei propri figli; una scuola inerme di fronte all’arroganza degli alunni e, ancora una volta, assai spesso, degli stessi genitori; una politica distratta dal proprio tornaconto e incapace di coltivare visioni condivise, rendono difficile, se non impossibile, una salutare crescita dei nuovi dirigenti futuri.

E allora, tornando a noi, cogliere risultati sportivi tanto eclatanti a livello nazionale, non può che inorgoglire ancor più i tecnici e i dirigenti, tutti assolutamente volontari, di questa straordinaria società, la Virtus, che, spesso, pur andando controcorrente, impegnando i ragazzi, implicando i genitori, coinvolgendo gli insegnanti scolastici e compromettendo le istituzioni politiche, riesce a realizzare imprese esaltanti.

Onore al merito, allora, all’universitario Francesco Benvenuto, quinto nella 5 chilometri di marcia, alla dottoressa Letizia Di Lisa, quarta nei 3000 metri e all’ingegnere Leo Paglione, settimo nella stessa distanza. Sono stati volutamente sottolineati i titoli scolastici di ognuno perché possa essere compreso, una volta per tutte, che lo sport, fatto con impegno e costanza, non può che essere uno straordinario elemento vincente e, ritengo, soprattutto, determinante per il raggiungimento di ambiziosi traguardi sociali.