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L’utopia degli intemerati

Il messaggio di Ilaria arriva sui nostri cellulari alle 5:50 di mattina. Ci avverte che Fabrizia ha la febbre e lei purtroppo non potrà venire. E aggiunge: non pensate alla quantità, ma alla qualità e divertitevi insieme, che siano 2 o 60 bambini.

Alle 8:30 il campo di atletica leggera “Nicola Palladino” è immerso nel silenzio: ci sono solo le bandierine giallo blu a sventolare nel vento e una macchia cobalto che si muove frenetica per preparare le ultime cose: i ragazzi in tuta della Virtus sono formichine che sporcano il verde del campo e non si fermeranno per tutta la mattinata.

Alle 10 ci siamo: sta per prendere il via la prima edizione delle Virtusiadi 2.0. Siamo emozionati: all’ingresso del campo si sono radunati tutti i partecipanti, mentre i genitori prendono posto sugli spalti. Il silenzio scompare e lascia il posto a un brusio di vocine che scivolano in sottofondo, come note speziate che sfumano nel vento frizzantino di giugno. L’atmosfera di curiosità e di divertimento sembra cullare le aspettative dei piccoli partecipanti.

L’evento, organizzato nei mesi precedenti in ogni singolo dettaglio, ha una grande ambizione: emozionare i ragazzi dai dieci ai sedici anni sulle note dell’atletica leggera, appassionarli alle sue discipline, far conoscere il fascino della pista rossa e la bellezza della competizione. È una sfida per tutti: per i volontari virtusini che hanno immaginato la manifestazione, per i tecnici a bordo pista pronti a spiegare il gesto tecnico del salto in lungo e del lancio del vortex, per i ragazzi che si confronteranno per la prima volta nelle varie specialità.

Per quasi 3 ore, infatti, i partecipanti alla prima edizione delle Virtusiadi faranno conoscenza con la regina degli sport, per scoprire che saltare e correre sono gesti così naturali che il nostro corpo acquisisce facilmente la fluidità del movimento. E che l’atletica leggera è tanto agonistica quanto seducente strumento di amicizia e condivisione. L’utopia degli intemerati è disdicevole solo a chi non possiede il sogno e l’idea. Il resto è stupore di una storia antica che continua a produrre frutti: la Virtus si conferma, come l’albero della vita, il riferimento sportivo della regione.

La prima edizione delle Virtusiadi 2.0 inaugura un nuovo inizio, rinsalda i vecchi legami di associazionismo, celebra lo sport e i giovani.

Alle 13 la corsa campestre chiude la manifestazione e le premiazioni memorizzano su carta lucida i volti soddisfatti del podio.

Ci siamo tutti: anche la famiglia di Leo Leone. E Leo. E papà. Ci sono tutti, si sente intimamente la presenza. E allora, l’augurio alle Virtusiadi è che possano avere la stessa longevità di chi si accompagna nel percorso della vita insieme, fianco a fianco, come Nata e Nicola, 42 anni di matrimonio il 2 giugno! Auguri, a tutti. E un po’ di più alla Virtus, che di tutte queste meraviglie è il palcoscenico.

Serena Palladino

07/06/2016